Ognuno di noi, sia credente che non credente, ha sentito qualche passo della Bibbia o del Vangelo: “In principio Dio creò il cielo e la terra…”; “Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia…”; “Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro: chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei…”.
Tutti noi associamo questi testi a qualcosa di imponente. Parole forti, pesanti. Eppure la Bibbia è piena di angeli! Avete mai visto un angelo? No, non credo… Ma lo sapreste disegnare? Sì, con le ali! Ecco, ora vi chiedo un ultimo sforzo: v – angelo! Noi abbiamo sentito la profonda leggerezza di queste parole. Gli unici angeli che noi possiamo vedere oggi, sono le parole che riescono a volare. Le parole leggere sono quelle che arrivano al cuore. Le parole, in teatro, sono il fondamento dello spettacolo. Perché non immaginare parole leggere come gli angeli? La commedia dunque ci sembra il genere più adatto per approcciare i testi biblici. Pur mantenendo la sua funzione etica e catartica, propria del teatro, la commedia porta in scena il mondo problematico, ingarbugliato ed enigmatico ma con una prospettiva verso il futuro, ci apre alla speranza. Si ride della tragedia, rilassa lo spettatore e lo apre a mondi nuovi. Nell’arte e nella letteratura, il tema biblico è stato ampiamente affrontato, da Michelangelo nella Cappella Sistina fino ad arrivare a De Andrè nel suo album “la Buona Novella”. Anche nel teatro grandi autori e interpreti si sono confrontati con questi testi sacri: Dario Fo, Testori, Troisi… Noi con molta umiltà, coraggio e divertimento abbiamo deciso di prendere le vicende del Vangelo attraverso il punto di vista delle donne, le figure femminili del Nuovo Testamento.
Ci siamo divertiti ad immaginare, mantenendo un parallelismo con le Sacre Scritture, su chi potrebbero essere queste figure oggi: dove vivrebbe Maria oggi? Nella periferia di una grande città? Quale sarebbe il suo tenore di vita? Quali sarebbero le qualità oggi che fanno sì che lei sia “la prescelta”? Cosa significa essere piena di grazia oggi? Come accoglierebbe oggi la parola di un angelo? Come sarebbe il suo viaggio e i suoi sogni ai giorni nostri? Chi potrebbe essere Maria Maddalena? E’ stata liberata da sette demoni, chi sono questi demoni oggi? Da cosa è stata liberata? Perché Gesù l’ha scelta per il suo viaggio? Era davvero pazza o semplicemente non compresa dalla società? Cosa ha visto nel sepolcro il giorno di Pasqua?
La risposta a queste domande è il contenuto del nostro spettacolo, con un tono leggero, nel rispetto della profondità del messaggio cristiano. Fondato sulla semplicità del vivere in contrapposizione agli idoli contemporanei che sempre più dominano la nostra società, il potere e il denaro. Ci siamo divertiti a raccontare una gioia e una speranza nella povertà e nella semplicità e quindi nella vita.
Le parole leggere, quelle che arrivano al cuore, sono quelle che si ascoltano e che si condividono attorno ad una tavola apparecchiata. La semplicità del pane e del vino, simbolo dell’eucarestia cristiana, qui diventa simbolo della comunione universale che deve stabilirsi tra gli esseri umani. Mangiando un pane appena sfornato e bevendo del buon vino, due donne imparano ad accogliere la vita!
Una storia che si apre a tutti, religiosi e non. Una storia che parla di noi, adesso, qui.