Conversazioni con Testori

dal libro di Luca Doninelli

28

Luglio
CON
Andrea Soffiantini
REGIA
Paolo Bignamini
ADATTAMENTO E AIUTO REGIA
Giulia Asselta
SCENE E COSTUMI
Nani Waltz
DISEGNO LUCI
Dario Filippi
DA UN’IDEA DI
Casa Testori
PRODUZIONE
Teatro de Gli Incamminati
in collaborazione con ARS

Conversazioni con Testori vuole essere un omaggio all’uomo, all’intellettuale, all’artista, a partire dall’omonimo libro-intervista di Luca Doninelli, in occasione del centenario della nascita di Giovanni Testori. Il testo del libro, voluto in prima persona da Testori stesso, è un vero e proprio testamento spirituale, un documento incomparabile sia dal punto di vista storico e culturale che da quello più strettamente umano. La voce e il carisma di Andrea Soffiantini – scoperto agli inizi proprio da Testori – restituiscono in scena i tratti di umanità più intima dell’uomo, dell’intellettuale e dell’artista, ridando volume alle sue molteplici sfaccettature. Riemerge, in questo modo, l’autoritratto che Testori ha voluto consegnare all’allievo prediletto Luca Doninelli, e che oggi, a trent’anni scomparsa del grande scrittore, permette di approfondire ulteriormente la sua figura, di immedesimarsi e di confrontarsi con il suo pensiero e con i risvolti più significativi della sua esistenza.

«La mia natura è di non aver casa […] eppure, a un tempo, non ho fatto altro che infangarmi, compromettermi sempre più con questa terra, questa città, queste persone – soprattutto i miei cari».

È un viaggio viscerale in compagnia di Testori, è il viaggio di Testori ed è il viaggio di tutti noi, inquieti, che andiamo e torniamo, ci fermiamo e ripartiamo, ci ribelliamo e ci abbandoniamo, mossi da qualcosa che capiamo e che non capiamo. È un viaggio in cui non ci si sente mai soli, in cui facilmente ciascuno riconosce in Testori la sua propria umanità «rabberciata», «sbrindellata», «piena di incongruità», e grazie a lui la ritrova, forse, più ricomposta, più unita, eppure non risolta. È un viaggio in cui, insieme a chi racconta, si è invitati a mettere da parte «gli “astratti furori”» dai quali spesso nella vita ci si fa prendere e a mantenere, invece, «il furore per cose concrete», coinvolgendosi con la materialità dell’esistenza, «spesso bassa, misera, ma tremendamente reale».

Le parole di chi ci restituisce Testori si alternano e si confondono con le sue – rocciose, infiammate, vive – che colpiscono con forza, lasciando un segno profondo, poco importa la conformità alle nostre idee. La sua è una parola che sfida la non dicibilità, è una parola spigolosa, magmatica, «barbarica», che rompe con i canoni borghesi del politicamente corretto; è una parola fatta di carne che squarcia la superficie e precipita nel «ventre del teatro», dove può finalmente essere detta e liberata completamente.

“Conversazioni con Testori” è un libro fondamentale per avvicinare e conoscere lo scrittore di cui in questo 2023 ricorrono i 100 anni dalla nascita. I dialoghi vennero raccolti da Luca Doninelli pochi mesi prima della morte di Testori, che ebbe comunque modo di leggerli e rivederli. Sono risposte a cuore aperto, in un clima di confidenza che invece di chiudersi in un’intimità, si spalanca in testimonianza pubblica, affascinante e libera. Testori davvero parla e “ci” parla da quelle pagine, che non sono documenti di una pur grande storia passata, ma arrivano a noi come pagine tutte al presente. L’adattamento di Giulia Asselta e la voce vera e profonda di Andrea Soffiantini restituiscono pienamente questa caratteristica delle “Conversazioni”. È un “a tu per tu” con Testori che calamita chi assiste allo spettacolo, in quanto riesce a restituire tutta l’energia umana contenuta nel flusso di questi racconti, che sono spesso toccanti e personali, ma che hanno una valenza ben più larga. La regia di Paolo Bignamini e la scena cosparsa di affettuose rovine domestiche restituiscono quella doppia dimensione costitutiva di Testori, di fedeltà e amore rispetto alla propria casa, ma anche di inquieto nomadismo. “Conversazioni con Testori” non è solo l’occasione per riscoprire Testori; è qualcosa di più: quasi un trovarselo di nuovo di fronte con tutta la sua affascinante carica umana.

 

Giuseppe Frangi, presidente dell’Associazione Giovanni Testori

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